Bibione: tra mare e natura
Itinerario in barca nei dintorni di Lignano
Partendo dalla darsena di Lignano, circumnavigare la penisola di Lignano ed entrare in mare tenendo alla propria destra la città e a sinistra l’isola Marinetta. In breve tempo, superato il tagliamento, si sconfinerà in Veneto raggiungendo Bibione.
Bibione è una penisola circondata a est dal fiume Tagliamento, a nord dal canale di Lugugnana e a ovest dalla Litoranea Veneta, che si affaccia sul Mare Adriatico. All’estremità settentrionale il Parco Naturale della Valgrande, un’estesa ed armoniosa area lagunare di acque a bassa salinità, dove viene praticato l’allevamento estensivo di alcune specie di pesci. La valle é costellata da numerosi “casoni”, le tipiche costruzioni di pescatori, realizzate in legno e canne e infonde serenità e tranquillità. A est, presso il Faro di Punta Tagliamento, si trovano la foce del fiume Tagliamento immerse in una vasta area di pinete e dune mentre ad ovest, il Porto Baseleghe, che si estende sulla Laguna dei Lovi.
Storia di Bibione
Assegnati approssimativamente nell’anno 1000 ai vescovi della vicina Concordia Sagittaria, i fertili terreni e le acque lagunari di Bibione, passano successivamente sotto la giurisdizione della Repubblica di Venezia, attraversando svariati secoli di abbandono e tornando ad essere terre di pescatori ed animali selvatici. Nel 1866 la città si unisce al neo-nato Regno d’Italia, che avvia la bonifica volta a rendere più salubri i terreni paludosi e malarici. Nel 1930 vengono conclusi le imponenti opere di arginatura e canalizzazione delle acque nella zona del fiume Tagliamento, il risanamento di oltre 10.000 ettari e la realizzazione delle reti elettriche ed idriche. Nel 1956 inizia lo sviluppo turistico di Bibione, con le prime costruzioni a carattere ricettivo e lo sviluppo dell’area balneare. Località oggi molto frequentata, ha ottenuto per ventiquattro volte la Bandiera Blu, istituita dalla Foundation for Environmental Education (FEE) ed è stato il primo sito turistico in Europa ad aver ottenuto la Certificazione Ambientale EMAS. La città vanta anche un rinomato complesso termale.
Il faro e il delta del fiume Tagliamento
Ubicato sulla riva destra della foce del fiume Tagliamento, il faro è immerso in una splendida area naturalistica raggiungibile via mare, a piedi o in bicicletta.
Costruito nel 1913 sul lato veneziano della foce del fiume, che a quel tempo costituiva il confine settentrionale del Regno d’Italia, il faro venne distrutto da un bombardamento nel 1917 ma subito ricostruito. Nel 1973 venne completamente automatizzato ed è tuttora attivo. A ridosso della lanterna tronco conica, alta 25 metri, sorge un edificio su due piani a pianta rettangolare, ex abitazione del custode, completamente restaurato nel giugno 2015.
L’area in cui è ubicato il faro ha una notevole importanza floro-faunistica poiché presenta una vegetazione tipica dei climi mediterranei caldi insieme a specie tipiche dell’ambiente freddo montano. Si trovano infatti il leccio, la roverella, il pungitopo, l’erba medica marina, l’erica, il ginepro e il pino nero e numerose orchidee selvatiche. Dal punto di vista faunistico, l’area é habitat di numerosi uccelli come gabbiani, svassi, quattrocchi, aironi rossi e cinerini, anatre e rare cicogne nere. Anche qui, come nelle valli, troviamo la tartaruga di Hermann.
Valgrande e le valli da pesca
Le valli da pesca, chiamate così per via delle arginature ed un sistema di chiuse che consentono l’allevamento di diverse specie di pesci, sono aree verdi tipiche della zona tra Bibione e Caorle e comprendono una superficie totale di 475 ettari, di cui 320 ricoperti d’acqua. Esse rappresentano il segno più visibile lasciato dall’uomo, in ambienti che hanno mantenuto nel tempo la straordinaria conservazione di flora e fauna.
Sono luoghi di riproduzione e riposo per moltissime specie di uccelli migratori e sono fra le zone umide italiane più importanti per numero di uccelli acquatici rilevati in inverno. Tipici i ”casoni” costruzioni dei pescatori, usati per la caccia e la pesca in laguna.
A Bibione troviamo Valgrande e Vallesina, mentre Vallevecchia si trova tra la località balneare e Caorle.
Valgrande
La Valgrande è un’antica bassura, formatasi durante la costruzione del delta del Tagliamento che ricopre un’area di 360 ettari, da secoli di proprietà privata, situata nella zona a nord di Bibione che si estende lungo Viale Baseleghe.
La valle da pesca è stata creata alla fine del 1600 inondando la bassura, in base ad un decreto del Senato che stabiliva la distruzione delle valli da pesca presenti nella laguna di Venezia, in quanto ostruivano lo scorrimento delle acque e la impaludavano. Fu allora che il patrizio veneziano Antonio da Molin si decise ad inondare l’area bibionese per renderla adatta alla pesca. Anche i vari proprietari che si sono succeduti, hanno agito attraverso tecniche e interventi tradizionali che hanno mantenuto la fisionomia della valle pressoché intatta, anche quando la valle è stata suddivisa nel corso del secolo scorso in due proprietà: Valgrande e Vallesina.
È infatti raro incontrare un sistema così integrato di elementi: uno specchio d’acqua articolato in laghetti funzionali alla pesca, un bosco di alta biodiversità vegetale e animale, dune fossili che racchiudono importanti testimonianze romane, un antico casone di valle, dimora storica dei vallesani.
Classificata come valle da pesca creata dall’uomo, la Valgrande, in realtà rappresenta molto di più, in termini naturalistici e di emozioni sprigionate in coloro che la visitano: cavalli lasciati allo stato brado, daini, germani reali che si alzano in volo, aironi che nidificano. Inoltrandosi in una distesa di alberi di leccio di circa 150 anni, che ricopre le dune antiche fino all’altura Mutteron dei Frati, nella valle sono presenti fiori di particolare rilevanza botanica e specie faunistiche rare, come la testuggine di Hermann.
Oggi viene aperta ai visitatori per far conoscere tutta la bellezza con cui l’uomo ha saputo trasformare questa zona paludosa in un’oasi di pace e armonia.
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