In barca lungo la rotta dei Patriarchi

Itinerario in barca nei dintorni di Lignano

Lignano, Marano, Aquileia e Grado: terre dalla storia millenaria, che affonda le proprie radici in un passato bizantino affascinante e misterioso, che profuma d’oriente.

Sulle orme dei patriarchi: partendo da Lignano per una gita in barca è possibile seguire una rotta antica che collega le città storiche di Marano, Aquileia e Grado, inseguendo le radici storiche di un territorio che fu un importantissimo crocevia culturale, religioso e commerciale fra la penisola italiana e l’oriente.

Marano

Oggi Marano è un piccolo e grazioso centro che conta poco meno di 2.000 abitanti, ma in passato ricoprì un ruolo importante per il territorio del litorale friulano. Abitata già in epoca romana, fu sede di un sinodo nel 590 che sancì lo scisma tricapitolino da parte del patriarca di Aquileia e della sua provincia ecclesiastica. Assoggettata ad Aquileia fin dalla prima metà dell’XI secolo, la località fu contesa dal Sacro romano impero e da Venezia nei primi decenni del Cinquecento. Passò definitivamente sotto il dominio della Serenissima nel 1543 sotto il dominio del doge Nicola Buccolo.

Cosa vedere? Il centro storico, con la sua torre millenaria e con il Palazzo dei Provveditori valgono una visita. Ma non solo: ogni anno a giugno è possibile assistere ad una suggestiva processione in barca in onore di San Vito, patrono della laguna di Marano.

Foto di Glauco Vicario

Aquileia

Aquileia fu città importantissima in passato, vero e proprio snodo fra Roma e l’est. Colonia romana fondata nel 181 a.C., fu capitale della X regione augustea e metropoli della chiesa cristiana. Con Cividale del Friuli e Udine è stata una delle capitali storiche del Friuli, il cui vessillo deriva proprio dallo stemma di Aquileia.

La storia di Aquileia è davvero lunghissima e comincia, appunto, in epoca romana. Ma uno dei periodi che più di tutti fondono storia e leggenda è sicuramente quello dei patriarchi, che va dal 1077 al 1420. Quattro secoli che anno plasmato l’identità urbanistica, storica e culturale di questa città e del suo territorio, lasciando a noi quella che oggi è – insieme a Ravenna e Brescia – il più importante sito archeologico del nord Italia.

Da non perdere, ovviamente, la famigerata basilica, con i suoi splendidi mosaici. E poi i siti archeologici (il foro romano, l’antico porto, le antiche vie consolari e il sepolcreto romano), il Cimitero degli Eroi, la pineta di San Marco e i bellissimi musei (archeologico e paleocristiano di Monastero).

Foto di Glauco Vicario

Grado

Grado è davvero straordinaria: l’atmosfera incondibile che si respira qui ci fa sentire come sospesi fra due epoche. Da un lato la millenaria storia dell’Isola del Sole, o della Prima Venezia (come viene anche chiamata), dall’altra la modernità di un’isola che accoglie ogni anno moltissimi turisti e offre servizi di prim’ordine a persone di ogni età, dai bambini agli anziani, anche grazie ai suoi rinomati centri termali (molti risalenti all’epoca austro-ungarica).

Già città romana, Grado si sviluppò attorno al 452 d.C., quando molti abitanti si rifugiarono sull’isola per sfuggire alle orde degli Unni guidati da Attila.

Nel 568, in seguito all’invasione dei Longobardi in Friuli, il Patriarca Paolino vi trasferì la sede del Patriarcato di Aquileia. Grado crebbe di popolazione ed acquisì quindi un ruolo politico e religioso di primo piano, testimoniato dalla costruzione delle maestose basiliche di Santa Eufemia e di Santa Maria delle Grazie, entrambe della fine del VI secolo. L’isola lagunare venne fortificata, prese il nome di Nova Aquileia e rimase nell’ambito dei domini bizantini, mentre il resto del Friuli, Aquileia compresa, era sotto il controllo dei Longobardi.

Grado passò poi sotto la dominazione veneziana, tanto che il Patriarca di Grado (che poi, dal 1451, diventerà Patriarca di Venezia) scelse di trasferire la propria residenza propria Venezia. Da quel momento Grado divenne solo un possedimento veneziano abitato da pescatori.

Dopo la dominazione veneziana seguì quella napoleonica e quindi austro-ungarica, che donò nuova centralità all’abitato, considerato luogo di villeggiatura e sbocco sul mare per l’Impero. Grado entrò a far parte dell’Italia nel 1918 e fu collegata alla terraferma da un ponte solo nel 1936.

Da non perdere: la splendida laguna, la basilica di Sant’Eufemia e battistero, la basilica di Santa Maria delle Grazie, il Santuario della Madonna di Barbana, il centro storico, il lungomare e i tanti ristorantini che offrono cucina locale a base di pesce. Le spiagge, infine, sono adatte a tutti e particolarmente consigliate per le famiglie, a causa dei servizi e dei bassi fondali.

Foto di F. Parenzan

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