Laguna Nord: giro delle valli di Treporti e Cavallino
Itinerario in barca fra laguna di Venezia e mare Adriatico
Questo itinerario propone un emozionante tour tra le valli da pesca, quelle aree della laguna di Venezia delimitate da argini o recinzioni dove si pratica la “vallicoltura”, un genere di itticoltura estensiva tipico di queste zone.
Le isole trepontine, le cui memorie affondano nel Medioevo, sono state separate dal progressivo allungarsi verso Occidente del lembo di terra oggi lungo 15 chilometri: il Cavallino. Una penisoletta diventata via via così grande a causa del gioco delle correnti marine e dell’apporto di sabbia del fiume Piave, nel cui antico letto oggi scorre il Sile.
La storia di questi luoghi pieni di fascino è radicata in un passato lontano, al tempo dei primi insediamenti delle popolazioni di terraferma in fuga nel 452 d.C. dagli Unni di Attila. La maggior parte degli edifici più antichi, però, risale a un’epoca successiva. Come il trecentesco Convento delle Mesole (dai camini rotondi “alla vallesana”) , la casa padronale Zanella di Prà di Saccagnana, splendido esempio di villa rinascimentale veneziana, l’antica osteria e le conche idrauliche edificate nel 1632.
Le valli di Treporti
Partendo dalla darsena Marina Fiorita (Treporti) e procedendo a destra lungo il canale di San Felice per circa 3 Km, troverai il Canal Rigo, che costeggia la Valle Olivara e poi la Valle Liona.
L’etimo delle cosiddette valli, deriva infatti dal latino vallum “protezione” e quindi “argine”. Attualmente, circa 92 km² di acque lagunari (ovvero un sesto della superficie totale) è adibito a valli da pesca. Le dimensioni di una singola valle possono variare notevolmente, da poche decine di ettari sino ad oltre un migliaio. Si concentrano soprattutto nella parte più interna dell’estuario, in particolare lungo la “gronda lagunare“.
La presenza degli argini esclude gli effetti delle maree e la diffusione di agenti inquinanti dall’esterno. La valle da pesca, nonostante sia di fatto un ambiente artificiale, è dunque fondamentale nel preservare il delicato ecosistema lagunare e rappresenta inoltre l’habitat ideale per varie specie di uccelli palustri.
Il Cavallino
Navigando lungo il canal Bari potrai entrare successivamente entrare nella cosiddetta Laguna Falconera e dopo qualche chilometro giungerai in località Cavallino. Il nome Cavallino deriva dall’uso di quest’area per l’allevamento di cavalli da parte degli antichi veneti e poi ebbe un ulteriore sviluppo in età romana (famosi i mosaici di una villa a Lio Piccolo) e soprattutto nell’alto medioevo, quando nell’area della Laguna nord sorsero importanti centri quali Torcello, Ammiana e Costanziaco. Il mutare delle condizioni ambientali e l’affermazione di Venezia portarono questi ad un periodo di decadenza nei secoli successivi; la zona fu completamente bonificata e recuperata anche mediante lo scavo del canale Cavallino (oggi canale Casson) che poté collegare la Laguna al Piave.
Continuando a navigare nel Canale Pordelio giungerai di nuovo in laguna; uscito dal canale, potrai proseguire per circa 2 km e costeggiare il canale Saccagnana fino alla Ricevitoria, immobile storico costruito nel 1853 come “ricettoria finanziale”, luogo dove si pagavano le tasse per le merci introdotte nel litorale veneziano per conto dell’Impero Austriaco. Oggi l’edificio è stato restaurato ed è adibito a ristorante. Dopo una doppia curva, il canale diventa rettilineo e dopo 1 km circa, sulla destra, potrai fermarti per una sosta presso l’osteria “Da Puppi”, rinomato per il pesce e l’ottimo vino.